Si può salvare l’ambiente riducendo i consumi?
Spesso, quando si tratta il tema del riscaldamento globale, molte persone sostengono che la soluzione non vada cercata tanto nel trovare fonti di energia alternative, ma nel ridurre il nostro fabbisogno energetico, migliorando l’efficienza e diminuendo i consumi.
Un’idea che presenta sicuramente degli spunti di riflessione, ma che disgraziatamente non risolve i problemi, vediamo perché.
- Prima di tutto, la riduzione del fabbisogno dovrebbe essere mostruosa: ad oggi l’81% dell’energia a livello mondiale viene generata tramite i combustibili fossili. Anche in presenza di maggiore efficienza e/o di consumi di energia inferiori una riduzione così massiccia è un obiettivo estremamente irrealistico. Non certo qualcosa che si può fare semplicemente mettendo i doppi vetri alle finestre e/o andando di più in bicicletta invece che in automobile; richiederebbe, in effetti, una rivoluzione dello stile di vita occidentale. Ora, si può considerare tale rivoluzione auspicabile o meno, posto che il ritorno ad un’epoca pre-industriale sarebbe improponibile in qualunque caso, ma resta in ogni caso assai poco probabile.
- Anche ammesso che sia possibile ridurre drasticamente il nostro fabbisogno energetico, questo può valere al massimo per i paesi industrializzati. Nei paesi in via di sviluppo la domanda di energia attualmente è altissima, ed è normale che sia così: nascono nuove industrie, sempre più cittadini iniziano ad essere sufficientemente benestanti da potersi permettere un’auto… la maggiore richiesta di energia è una diretta conseguenza dello sviluppo umano, e pertanto è in tutti i sensi una buona notizia. Non abbiamo nessun diritto di chiedere a due terzi del mondo di interrompere le lotte contro la fame e la povertà, lotte che l’Occidente a suo tempo ha vinto bruciando carbone e petrolio.
- Ma soprattutto: se anche potessimo non solo ridurre, ma azzerare completamente i consumi dell’umanità nell’arco delle prossime 24 ore, il riscaldamento globale non si fermerebbe. Non rallenterebbe nemmeno.
Molti vedono in maniera semplicistica l’emissione di gas clima-alteranti come la causa del riscaldamento del pianeta, ma non è proprio così.
La CO2 e gli altri gas serra non scaldano il pianeta, è il sole a farlo: i gas serra sono una valvola che determina quanto calore passa. Se anche smettiamo di aprire questa valvola (ovvero, se anche riuscissimo ad azzerare le emissioni di CO2), essa continuerebbe a far entrare più calore di quello che viene disperso, e quindi continuerebbe a scaldare il pianeta. Per fermare il global warming occorre iniziare a girare la valvola in senso opposto, riportando i livelli di CO2 a quelli che erano prima dell’era industriale.
È possibile? Certo. Già gli alberi, per nostra fortuna, fanno una parte del lavoro… purtroppo però non bastano: la quantità di CO2 di troppo in atmosfera attualmente ammonta a un trilione di tonnellate. Diventa quindi indispensabile il ricorso alle tecnologie CCS (Carbon Capture & Storage), che altro non sono che dei metodi artificiali per “intrappolare” l’anidride carbonica atmosferica, per poi conservarla sottoterra – dove già si trovava prima che iniziassimo ad estrarre il carbone e il petrolio per bruciarli – o riciclarla (ad esempio in processi chimici di tipo industriale).
Le tecnologie CCS al momento esistono solo in forma di prototipi, ma sono uno dei settori su cui la ricerca scientifica è più promettente; d’altra parte la cattura della CO2 diventerà indispensabile solo nel momento in cui il pianeta sarà Carbon-neutral (le emissioni di CO2 nette saranno pari a zero), obiettivo che è stato fissato dall’IPCC per il 2050.
Cosa c’entra tutto questo coi consumi energetici? C’entra perché i sistemi CCS richiedono tecnologie altamente energivore. La fisica non perdona: se hai ottenuto energia emettendo CO2, devi spendere energia per riassorbire quella CO2 – e visto che l’energia da combustione la ottieni sotto forma di calore, mentre quella per riassorbire la CO2 ti serve sotto forma di lavoro, il secondo principio della termodinamica ti dice anche che l’energia che ti serve per l’assorbimento è addirittura maggiore di quella che era stata ottenuta con la combustione.
Dunque non solo non si può pensare di risolvere il problema del riscaldamento globale diminuendo il nostro fabbisogno energetico, ma la soluzione definitiva richiederà addirittura un AUMENTO dei consumi di energia.
E questo è il motivo per cui è indispensabile ricorrere ad una fonte pulita, efficiente, e in grado di fornire enormi quantitativi di energia con pochissimo consumo di risorse, che può essere solo quella atomica.
Attenzione: tutto questo non è ovviamente da intendersi in alcun modo come una critica alle politiche di efficienza energetica e/o di razionalizzazione dei consumi. Il fatto che tali politiche non abbiano un impatto definitivo sui cambiamenti climatici non significa che siano inutili.
È quindi assolutamente opportuno continuare a sensibilizzare le persone su tematiche quali:
- Teleriscaldamento (col nucleare viene benissimo, tra l’altro)
- Riduzione del consumo di carne (soprattutto bovina)
- Efficienza energetica degli edifici
- Trasporto pubblico
- Elettrificazione del parco autoveicoli (a condizione però di avere energia elettrica pulita, se no è poco utile)
- Sostituzione del trasporto su gomma col trasporto su rotaia
- Utilizzo di energie rinnovabili per la produzione decentralizzata
- Investimenti sui combustibili alternativi (ad esempio l’idrogeno)
- Riduzione del consumismo in generale
- etc.
Tutte queste cose sono utili e importanti.
Ma solo se nel frattempo ci decidiamo a rompere quei cazzo di atomi.
-Luca