#10.2 MA IL NUCLEARE NON È PERICOLOSO?

Pericolo, rischio, e rischio percepito – parte seconda.

Pericolo: danno potenziale in caso di evento negativo.

Rischio: pericolo x probabilità che l’evento si verifichi.

Rischio percepito: valutazione individuale dei primi due (spesso confusi tra di loro), quasi sempre effettuata mentula canis.

Ieri abbiamo parlato di come, relativamente all’energia nucleare, il rischio percepito di un incidente radiologico sia enormemente superiore a quello reale, e di come questa percezione sia dovuta non solo ad una scarsa (per non dire nulla) conoscenza della statistica degli eventi rari, ma anche ad una sopravvalutazione enorme del pericolo.

Vale allora la pena di fare un raffronto tra diversi fattori di rischio per la vita umana, in modo da farci un’idea di quelli che sono i pericoli con cui conviviamo ogni giorno, che spesso sono enormemente più gravi di un disastro nucleare.

Abbiamo visto che l’incidente di Chernobyl, evento unico nella storia, ha causato un certo numero di tumori alla tiroide nelle popolazioni colpite. In termini relativi si prevede che questo aumento rimanga inferiore allo 0,05% (worst case scenario) dei casi di tumore totali nelle aree coinvolte.

Cosa significa “in termini relativi”? Significa che l’incremento dello 0,05% non è calcolato rispetto alla popolazione totale, ma rispetto all’incidenza della malattia.

Se ad esempio ho una popolazione di un milione di persone, e statisticamente mi aspetto che il 20% di esse si ammali di tumore nel corso della vita, un aumento relativo dello 0,05% significa che i malati “extra” non saranno 500 (lo 0,05% di un milione), ma solo 100 (lo 0,05% del 20% di un milione).

Parliamo pur sempre di gente che muore, quindi è normale che ci siano persone che possano trovarlo inaccettabile, ed è giusto lavorare perché anche questo rischio sia minimizzato. Ma è giusto anche dare alle cose il giusto peso, visto che affrontiamo serenamente rischi ben peggiori.

Volete sapere cosa provoca un aumento dell’incidenza relativa di tumori del 20-30%? Il fumo passivo. Vivere con un fumatore in casa è 600 volte più letale che abitare a Prypjat nell’aprile del 1986. Il fumo passivo uccide più di 1,2 milioni di persone all’anno, è tra le prime 20 cause di morte nel mondo (le radiazioni ionizzanti non compaiono nemmeno in classifica).

Eppure accettiamo tranquillamente che nella società esistano dei fumatori.

Prendiamo un altro fattore di rischio? I raggi UV: sono responsabili di circa il 5% dei casi di tumore TOTALI. Chi si fa regolarmente le lampade e/o prende troppo sole corre un rischio migliaia volte superiore a quello che hanno corso le vittime dell’incidente di Chernobyl (che è, lo ripetiamo, un caso unico). Forse dovremmo mettere fuorilegge l’andare in spiaggia, che dite?

Qualcuno potrebbe obiettare che in questo caso la scelta di esporsi al rischio è personale e non danneggia altri, ma non è del tutto vero, dal momento che chi si ammala va a pesare sul sistema sanitario nazionale.

Cosa dovremmo dire poi dell’inquinamento? Dopo ipertensione, tabagismo e iperglicemia, l’inquinamento dell’aria è la quarta causa di morte a livello mondiale (vedi foto). Parliamo di 5 milioni di morti ogni anno, 9 milioni se inseriamo nell’equazione anche l’inquinamento dei mari e dei fiumi e il riscaldamento globale. Eppure lo consideriamo più accettabile del nucleare: in nessuna parte del mondo i combustibili fossili, che sono la causa primaria dell’inquinamento atmosferico, vengono combattuti con la stessa ferocia con cui viene combattuta l’energia nucleare.

Ed è assurdo, perché proprio l’energia nucleare previene l’immissione in atmosfera di miliardi di tonnellate di gas inquinanti, dunque diminuisce il fattore di rischio dovuto all’inquinamento atmosferico.

Il che ci porta alla conclusione, che per molti sarà contro-intuitiva, ma che nondimeno è vera e statisticamente verificabile: non solo i rischi dell’energia nucleare sono prossimi allo zero (un aumento dello 0,05% della mortalità da tumore moltiplicato per la probabilità infinitesima di un incidente catastrofico), ma se li confrontiamo coi benefici (ovvero col calo del rischio di mortalità dovuto alle emissioni di gas inquinanti), otteniamo che il nucleare è BENEFICO per il pianeta.

E infatti, secondo uno studio di Scientific American del 2013, l’energia nucleare, dal 1971 ad oggi, ha salvato quasi due milioni di vite.

Siete ancora sicuri di aver paura della cosa giusta?

-Luca