Perché le centrali nucleari NON SONO un pericolo in caso di guerra, e come possono diventarlo.

POV: sei un dittatore russo e vuoi utilizzare le centrali nucleari del paese che vuoi invadere come arma nella guerra in corso.

La prima brutta notizia per te è che le centrali nucleari NON esplodono come bombe, in nessuna condizione: i reattori non hanno un tamper per evitare la dilatazione termica dell’Uranio in caso di super-criticità, e l’Uranio dilatandosi diventa immediatamente sotto-critico. In più, quando hai chiesto ai tuoi esperti se si può far raggiungere ad un reattore lo stato di pronto-critico con un grado di arricchimento al 3%, si sono messi a ridere fortissimo.

Quindi ti tocca trovare un’altra strategia: per fortuna hai sentito dire che i reattori nucleari possono andare in meltdown e magari causare un’esplosione di vapore o di idrogeno.

Purtroppo però oggi è impossibile scoperchiare un reattore con fissioni in corso, perché i sistemi di sicurezza lo spengono alla prima vibrazione anomala senza nemmeno bisogno di intervento umano, quindi ti tocca cercare di sfruttare il calore di decadimento.

La prima parte è piuttosto facile: bisogna mettere fuori uso tutti i sistemi di alimentazione del circuito di raffreddamento primario. Per farlo, occorre prima di tutto isolare la centrale che hai scelto come bersaglio dalla rete elettrica – e vabbè, basta bombardare qualche traliccio dell’alta tensione – e poi bombardare la parte convenzionale della centrale. Se sei fortunato e sai dove si trovano i generatori diesel e i parchi batterie che alimentano i sistemi di raffreddamento di emergenza, puoi effettuare attacchi mirati. Se non hai a disposizione la piantina della centrale, ti tocca bombardare a tappeto e licenziare il capo dei tuoi servizi segreti.

Appena detona la prima bomba, il reattore va in SCRAM, e circa un secondo dopo è spento; tuttavia, il calore di decadimento, se non asportato, continuerà a far salire la temperatura del combustibile, e questo gioca a tuo vantaggio. Bisogna solo aspettare un po’: una volta messi fuori uso i sistemi di raffreddamento, infatti, vi sono ancora i sistemi di rimozione passiva del calore (la convezione naturale, il pressurizzatore, etc.), in grado di tenere il nocciolo raffreddato per diverse ore, se non giorni. Occorre quindi dispacciare delle truppe di terra e/o continuare a bombardare la zona per impedire che il nemico mandi dei tecnici a ripristinare l’alimentazione del sistema di raffreddamento, ad esempio portando delle batterie o dei generatori Diesel.

Ora, alcuni reattori (ad esempio gli AP1000), in una situazione del genere, dispongono di un ulteriore sistema di emergenza: il tetto si apre e fa cadere un’enorme quantità d’acqua nella stanza del recipiente in pressione, allagando tutto. Il raffreddamento è così garantito per diverse settimane o mesi. Però noi supponiamo che tu abbia fatto i compiti a casa e quindi abbia scelto di bersagliare un reattore privo di questa feature.

Finalmente il combustibile inizia a fondere! Peccato che il nocciolo del reattore si trovi dentro ad un edificio di contenimento in cemento pesantemente armato, studiato per resistere a bombardamenti, terremoti e impatti aerei, e in grado di contenere all’interno tutte le radiazioni del caso. Per ottenere una contaminazione esterna devi farlo saltare, ma le testate convenzionali qui non bastano: devi usare dei missili anti-bunker.

Supponendo che tu riesca in questa cosa, adesso le radiazioni sono diffuse nell’ambiente: il governo nemico dovrà quindi mettere in atto misure di evacuazione e distribuire pillole di iodio alla popolazione. Le centrali nucleari sono tutte collocate a chilometri di distanza dal più vicino centro abitato, e a decine di chilometri dalla più vicina città di grandi dimensioni, per cui – supponendo che la gente abbia imparato qualcosa dal l’evacuazione insensata di Fukushima, che ha fatto più morti delle radiazioni – il provvedimento non dovrebbe riguardare più di qualche migliaio di persone.

Se le tue truppe riescono a disturbare o interrompere le procedure di evacuazione e/o a distruggere le partite di pillole di iodio destinate alla popolazione, allora le radiazioni faranno il loro lavoro, e quella gente è destinata a sperimentare un aumento moderato dell’incidenza di tumori alla tiroide da qui a qualche decennio.

Considerato che il tumore alla tiroide ha un tasso di sopravvivenza del 99%, direi che puoi finalmente esultare: hai speso con successo il PIL dell’Arkansas per causare al tuo nemico una dozzina di morti TRA VENT’ANNI.

Grande festa al Cremlino!

Se hai letto fino a qui, a meno che tu non abbia studiato strategia militare dall’organizzatore dell’exercise Tiger o da Angelo Bonelli, dovresti aver intuito che probabilmente se tiravi un missile su un cazzo di condominio in centro ottenevi lo stesso risultato, e tra l’altro in tempi decisamente più brevi.

C’è però un fattore che potrebbe ribaltare completamente la situazione, e rendere l’attacco ad una centrale nucleare una delle più geniali e spietate operazioni di sempre, in grado di vincere la guerra praticamente da sola.

Supponiamo che tu, vent’anni prima di attaccare, abbia mandato degli agenti dormienti nel paese nemico, che per tutto questo tempo hanno fatto propaganda contro le centrali nucleari, facendo credere a tutti che siano degli ordigni pronti a esplodere, che ogni singolo reattore sia in grado di contaminare l’intero emisfero, che basti un sanpietrino su una centrale per causare l’apocalisse e che una bomba su una centrale possa essere “un pericolo per l’intero continente” (cit. Europa Verde).

Se i tuoi agenti hanno fatto bene il loro lavoro, alla prima notizia di un attacco ad una centrale nucleare e magari di una fuga di radiazioni, si scatenerà il panico generale.

Le persone inizieranno a tentare di fuggire in massa, bloccando le autostrade e causando un rapido esaurimento delle scorte di carburante del tuo nemico; gli sportelli bancomat verranno presi d’assalto, e in poche ore esauriranno il contante; la paura e l’assenza di denaro causeranno rivolte e saccheggi, con i supermercati e le farmacie che verranno attaccati per primi; l’eventuale coprifuoco sarà violato dalla gente in fuga e l’esercito nemico dovrà cercare di limitare i danni, permettendo alle tue truppe di avanzare indisturbate. Milioni di persone disperate andranno a premere sui confini, causando un’emergenza umanitaria nei paesi vicini e poi a catena sul resto del continente, dove nel frattempo altri tuoi agenti staranno scatenando il panico per la possibile nube radioattiva invisibile che si sta diffondendo su tutta l’Europa. Il caos scatenato da una situazione del genere sarebbe più che sufficiente a farti conquistare il nemico in scioltezza.

E non finisce qui, ci sono almeno altre due belle notizie: innanzitutto, se i tuoi agenti avranno lavorato bene, non avrai neanche bisogno di scoperchiare realmente un reattore. Ti basterà tirare due bombette sulla centrale e assicurarti che lo sappiano tutti.

In secondo luogo, non hai nemmeno bisogno di infiltrare agenti dormienti, dal momento che ci sono delle siderali teste di minchia che da decenni lavorano per te senza nemmeno rendersene conto e pure gratis, solo perché non sanno di che cazzo parlano.

La vittoria è assicurata.

Fine del POV.

Che cosa possiamo concludere da questo post? tre cose:

  1. Europa Verde è un partito di irresponsabili, che coi post di questi giorni sta rischiando di creare problemi ENORMI, a tutto vantaggio di Putin.
  2. L’assenza di imbecilli del genere in Ucraina è sicuramente una delle poche fortune di Kiev in questo momento drammatico.
  3. Quando Eleonora Evi si lamenterà – e lo farà – che su questa pagina la insultiamo, qualcuno dovrebbe ricordarle che, in tempo di guerra, chi collabora col nemico, diffondendo informazioni false allo scopo di creare il panico, solitamente finisce sotto corte marziale.

-Luca

PS: in uno scenario di guerra, le centrali elettriche si bombardano per causare blackout. Se poi vuoi davvero sfruttare le fonti energetiche del tuo nemico per causare morte e distruzione, basta che bombardi le dighe.