#12 QUANTA GENTE È MORTA O MORIRÀ A CAUSA DELL’INCIDENTE DI CHERNOBYL?

I numeri della domenica.

Oggi ricorrono esattamente 34 anni dall’incidente nucleare di Chernobyl, per cui possiamo approfittarne per dare qualche dato, in attesa di un articolo completo che sveli le dinamiche dell’incidente nel dettaglio.

Il numero di morti direttamente attribuibili all’incidente è compreso tra le 49 e le 65, con una stima ufficiale dell’ONU di 54.

-2 persone morirono immediatamente, uccise dai crolli e dall’incendio. Un terzo operaio è stato sepolto sotto le macerie, ma dal momento che il suo corpo non è mai stato ritrovato è classificato ufficialmente come “disperso”.

-6 persone morirono tentando di spegnere l’incendio; in particolare un elicottero antincendio precipitò, causando la morte dell’equipaggio di 4 persone.

-28 operai e liquidatori morirono nelle settimane immediatamente successive all’incidente per via delle ustioni o della sindrome acuta da radiazioni (ARS).

-Alcune altre persone, esposte ad una forte contaminazione radioattiva nei giorni immediatamente successivi all’incidente, morirono nel corso dei mesi successivi: tra di essi vi erano un medico e un giornalista.

-Dei 137 operai ricoverati per ARS, il cui fisico era stato fortemente debilitato, 19 sono morti negli anni tra il 1987 e il 2004. In alcuni casi, tuttavia, la morte è avvenuta per cause non riconducibili all’esposizione alle radiazioni (uno ad esempio è morto per alcolismo; un altro in un incidente stradale), e pertanto questi casi non vanno conteggiati nel computo.

Vi sono poi le morti indirette, dovuti ai casi di tumore indotto da radiazioni nella popolazione: qui i numeri si complicano, perché un tumore indotto da radiazioni non è distinguibile da un tumore di qualsiasi altro tipo, e pertanto l’aumento della mortalità si può individuare solo su base statistica (si studia l’aumento dei casi di tumore nell’area coinvolta, si usa questo dato per fare un modello statistico e si proietta il modello negli anni futuri).

-Per la coorte delle 600.000 persone che ricevettero una dose superiore ai 100 mSv (liquidatori e abitanti di Prypjat), il report del Chernobyl Forum del 2003 ipotizza un totale di 4000 tumori letali riconducibili all’incidente in un arco di tempo di 70 anni. Tuttavia lo stesso report, aggiornato nel 2006, specifica che al momento non vi sono evidenze di questo incremento, raccomandando comunque di mantenere la coorte sotto osservazione.

-Per quanto riguarda invece la nube radioattiva, questa ha prodotto effetti misurabili sulla salute della popolazione solo in alcune zone di Russia, Bielorussia e Ucraina. Il numero di persone coinvolte è di circa 6 milioni.

-Ulteriori studi dell’UNSCEAR, di numerose università europee e della Chernobyl Tissue Bank (un progetto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) hanno confermato che nelle popolazioni in questione si è misurato un significativo aumento dell’incidenza del tumore alla tiroide, in particolare nella fascia di popolazione che è entrata in contatto con lo Iodio-131 in giovane età (quindi che aveva tra 0 e 10 anni al momento dell’incidente). I dati più recenti parlano di 6000 casi, e ipotizzano che il numero possa salire fino a 16.000 nei prossimi decenni. Dal momento che il tumore alla tiroide è altamente trattabile (96-99% survivability rate), il numero di morti attribuibili all’incidente è dell’ordine di alcune centinaia.

-I dati ufficiali delle Organizzazioni Internazionali sono stati contestati dai Verdi europei, che nel 2006 hanno pubblicato il TORCH (The Other Report on CHernobyl): secondo questo documento il numero di vittime sarebbe compreso tra 30.000 e 60.000. Ovviamente si tratta di una previsione del tutto anti-scientifica, visto che il modello LNT, come qualunque esperto di sicurezza radiologica vi potrà confermare, viene utilizzato a scopo precauzionale per definire le linee guida sui limiti dell’esposizione alle radiazioni per il pubblico, ma NON può essere usato per stimare le conseguenze di una contaminazione radioattiva sulla salute generale della popolazione. Inoltre, come ammettono gli stessi autori, per arrivare al risultato in questione vengono presi in esame anche studi con soglie di confidenza statistica molto basse.

-Poi arriva Greenpeace, e publica un report in cui sostiene che il numero minimo di morti attribuibili al disastro di Chernobyl è di 93.500, ma potrebbero arrivare fino a 6 milioni. Così, de botto. Senza senso.

-Alcune delle variabili che non vengono considerate nel TORCH e nel report di Greenpeace sono: il trend generale mondiale, che vede i casi di tumore in aumento negli ultimi decenni (trend riconducibile in gran parte all’aumento della speranza di vita: più vivi a lungo, più hai tempo per ammalarti); lo screening bias, per cui se sottoponi una popolazione ad analisi preventive trovi molti tumori in fase pre-clinica che non avresti trovato altrimenti; l’aumento dell’efficacia delle terapie, per cui l’aumento percentuale di popolazione malata di tumore viene attribuito ad una maggiore incidenza della malattia e non al fatto che i malati di tumore oggi vivono più a lungo di 30 anni fa.

-Luca

Per approfondimenti:

https://www.chernobyltissuebank.com/about-us.htm

https://www.unscear.org/unscear/en/chernobyl.html

https://www.cancer.net/cancer…/thyroid-cancer/statistics